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Songs of Slow Burning Earth
VENERDÌ 15 NOVEMBRE | 18:30 | Cinema delle Provincie
CON: Hanna Vasyk, Mykhailo Puryshev, Mykola Hradnov-Savytskyi (detto “Alfi”) | SOGGETTO: Olha Zhurba | FOTOGRAFIA: Volodymyr Usyk, Viacheslav Tsvietkov, Misha Lubarsky | MONTAGGIO: Michael Aaglund | MUSICA: Yaroslav Tatarchenko (BUNHT) | SUONO: Pavlo Melnyk | PRODUZIONE: Darya Bassel per Moon Man; in coproduzione con Anne Köhncke per Final Cut for Real, Kerstin Übelacker per We Have a Plan; Arte France, Film i Skåne
Documentario | Ucraina, Danimarca, Svezia, Francia; 2024 | Col. - 95’
Paesaggi, conversazioni e incontri occasionali, suoni che si intrecciano dentro e fuori l’inquadratura. Girato nei pressi della linea del fronte, a varie distanze e nell’arco di due anni, è un diario audiovisivo che ci fa immergere nell’abisso del conflitto in Ucraina tracciando allo stresso tempo i sottili cambiamenti nella società del Paese. Gli accordi dissonanti del panico e dell’orrore delle prime settimane dell’invasione russa si trasformano lentamente nell’intorpidita immobilità dell’accettazione della morte e della distruzione; alla fine per la popolazione quella diventa la tragica normalità, mentre per il resto del mondo è solo un vago fastidio. Sullo sfondo del paesaggio (meta)fisico del disastro collettivo, una nuova generazione di ucraini aspira a immaginare il proprio futuro.
“‘Quando mi chiedono cos’è la guerra, rispondo senza esitazione: sono i nomi’. Una striscia di cielo dal libro Poems from the Loophole di Maksym “Dali” Kryvtsov, poeta e soldato ucraino, ucciso in battaglia il 7 gennaio 2024. Aveva 33 anni.
Al principio ho faticato a trovare il tema centrale del film, perché come si può immaginare, all’inizio della guerra il processo per effettuare le riprese era estremamente caotico. Nei primi mesi dell’invasione, tutto sembrava pericoloso e imprevedibile e non sapevi dove avresti potuto accedere per girare il film.
Le regole della realtà erano cambiate; il pericolo era dietro ogni angolo e il caos regnava ovunque. Direi che ho trovato l’essenza del film quando il caos della guerra si è leggermente calmato; quando ci si è trovati in mezzo a una società che aveva già iniziato a adattarsi alla guerra, incluso te stesso. Ho capito che volevo trasformare in immagini questa esperienza di adattamento a una realtà orribile, una realtà che non hai scelto tu stesso ma che devi comunque accettare.” (Olha Zhurba)